Locazione transitoria

cos’è

Il contratto di locazione ad uso transitorio è idoneo a chi ha bisogno di trascorrere un periodo di tempo relativamente breve presso un’abitazione, ed è disciplinato dalla legge n. 431/1998.

In generale, la locazione transitoria, che si concretizza nell’affitto di un immobile adibito alla civile abitazione, ha una durata massima di 18 mesi. Per registrare un contratto di locazione ad uso transitorio, il conduttore o il locatore devono comunicare all’Agenzia delle Entrate l’esigenza giustificatrice della locazione di natura temporanea, cioè la motivazione comprovata da valida documentazione per la quale la durata della locazione è temporalmente limitata.

Tra i requisiti per un contratto transitorio a norma, la presenza dell’esigenza di locazione temporanea è il più importante. Le esigenze giustificatrici al di fuori della validità del contratto sono quelle relative a fini turistici: infatti, questo contratto di affitto è pensato per coloro che hanno esigenze abitative particolari dovute, ad esempio, a motivi di lavoro o studio.

Per quanto riguarda il tema della stipula di un contratto di locazione transitorio e la residenza, in molti si chiedono se quest’ultima può essere spostata nel Comune in cui si trova l’immobile preso in affitto. Considerato che la residenza è da intendersi come il luogo in cui si ha dimora abituale, la risposta è affermativa.

Esistono più varianti di questa forma contrattuale, come ad esempio il contratto transitorio ad uso commerciale e il contratto transitorio per studenti. Il contratto transitorio ad uso commerciale è un accordo tramite il quale viene concesso un immobile per attività commerciali, professionali, artigianali e industriali per un periodo inferiore rispetto ai canonici 6 anni previsti dai contratti di locazione commerciale ordinari. Il contratto transitorio per studenti, invece, è pensato per coloro che hanno necessità di spostarsi dal proprio Comune di residenza per motivi di studio. Ha durata minima 6 mesi e massima di 3 anni, con rinnovo automatico alla prima scadenza.

registrazione e documentazione da allegare

Il contratto di locazione ad uso transitorio deve essere redatto obbligatoriamente in forma scritta dal locatore e dal conduttore, pena nullità assoluta o relativa, secondo il modello RLI, ovvero il modello ministeriale per il contratto di locazione transitorio e per ogni altra tipologia di contratto per cui si richiede la registrazione o la risoluzione. Come registrare un contratto di locazione transitorio? Rivolgendosi presso uno sportello dell’Agenzia delle Entrate oppure per via telematica attraverso il sito ufficiale. I costi per un contratto d’affitto transitorio corrispondono, in fase di registrazione, al 2% del canone e non sono inferiori a 67 euro.

Per quanto riguarda la documentazione da allegare in caso di contratto di locazione transitorio, nell’atto è necessario indicare le generalità delle parti, l’accurata descrizione dell’immobile, l’esatto importo del canone di affitto e la modalità di pagamento, la durata del contratto transitorio e la clausola in cui il conduttore dichiara di aver ricevuto l’attestazione di prestazione energetica (APE) da parte del conduttore. Al contratto deve essere allegata anche la ragione transitoria della locazione.

Per quanto riguarda il canone d’affitto, è possibile distinguere tra:

  • contratto transitorio a canone libero: in questo caso, i contraenti decidono liberamente e consensualmente come gestire le clausole del contratto relative al canone;
  • contratto transitorio a canone concordato: in questo caso, invece, locatore e conduttore sono tenuti a rispettare le direttive ministeriali e i vincoli prestabiliti dalla legge.

Il canone del contratto di locazione ad uso transitorio è generalmente oggetto di libera pattuizione, ma le città con alta tensione abitativa richiedono un contratto a canone concordato.

durata e rinnovo

La durata di un contratto transitorio è di minimo 1 mese. La legge impone questo limite soprattutto per tutelare le esigenze dell’inquilino. Qual è, invece, la durata massima di un contratto transitorio? La durata massima è fissata a 18 mesi.

Per quanto riguarda, invece, il rinnovo di un contratto transitorio, una volta scaduto l’accordo, è possibile stipularne uno nuovo, sempre di natura transitoria. Affinché ciò sia possibile, però, è necessario che perdurino le esigenze transitorie e che esse vengano confermate dal conduttore e opportunamente comunicate all’altra parte con raccomandata a/r, prima della scadenza del contratto.

Se il conduttore non rispetta la procedura prevista per il rinnovo del contratto transitorio, ma continua comunque a godere dell’immobile, il contratto stesso diventa soggetto alla disciplina ordinaria, trasformandosi in un contratto 4+4.

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